P. Santoro, Le materie di contabilità pubblica, Maggioli,
Santarcangelo di Romagna, 2005, pp. 404, € 25,00
Questo corso sistematico per i concorsi pubblici e la
preparazione universitaria che ci presentata Pelino Santoro, Presidente di
sezione della Corte dei conti, che nell’occasione si è
avvalso della collaborazione del figlio Evaristo, giovane studioso che già dato
buona prova di sé con altre pubblicazioni, si presenta, fin dal titolo, come
un’opera del tutto originale che richiama all’espressione costituzionale
“materie di contabilità pubblica” che indicano le attribuzioni giurisdizionali
della Corte dei conti.
Quell’espressione è stata interpretata dall’altra stazione e
dalla Corte costituzionale come indicativa di una branca della legislazione
pubblica coerente con l’assetto di un ordinamento giuridico articolato in vari
enti dotati di poteri di gestione. Quindi “contabilità
pubblica” e non più “contabilità dello Stato e degli enti pubblici” e “materie”
per indicare il quadro normativo di riferimento.
I lettori di Amministrazione
Contabilità conoscono bene Pelino Santoro del quale abbiamo pubblicato
importanti lavori in materia di legislazione contrattuale, di controllo e di
responsabilità amministrativa, sempre studi di notevole spessore proiettati
verso l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza. E ne
abbiamo anche recensito numerosi lavori, in particolare quell’opera
poderosa che è il “Manuale dei contratti pubblici”, giunto alla VI edizione, e
il “Sistema di responsabilità e pubblica amministrazione”, scritto con la
collaborazione di Bernardino Izzi ed Evaristo Santoro
editi sempre da Maggioli.
In questo volume l’Autore si rifà ad un’altra esperienza, quella
di docente presso l’Università del Molise, nella
quale, come afferma nell’introduzione, ha maturato “il convincimento che i
testi disponibili non soddisfano a pieno le esigenze di apprendimento rapido,
sintetico ed approfondita per quel che basta”. Per cui questo volume, che
sviluppa, in forma sistematica, le dispense e gli appunti distribuiti agli studenti,
rappresenta un testo completo, moderno, essenziale ed aggiornato non soltanto
per una buona preparazione universitaria ma anche per affrontare i concorsi di accesso al pubblico impiego.
L’opera offre un panorama di tutte le materie che
tradizionalmente si fanno rientrare nella contabilità pubblica, finanza,
gestione dei bilanci, delle entrate e delle spese, contratti, gestione dei
beni, controlli e responsabilità con un parallelismo fra settore statale e
settore degli enti locali e istituzionali che consente
al lettore di muoversi con disinvoltura, individuando punti di contatto e
differenze, e tenendo conto della rigidezza del diritto comunitario e dei
vincoli di convergenza e stabilità derivanti dall’appartenenza del nostro Paese
all’unione economica e monetaria europea, “in un processo di crescente
integrazione in cui si fa strada la nozione di una finanza comunitaria autonoma
basata su risorse proprie attinte direttamente dalla capacità contributiva dei
nuovi cittadini europei”, come spiega ancora Santoro.
L’Autore propone una rilettura sistematica della complessa
materia alla luce della riforma amministrativa e della contabilità, che ha
segnato l’ultima parte degli anni ‘90 nello spirito di un adeguamento della
gestione delle risorse pubbliche ai principi del buon andamento
dell’amministrazione, dell’efficienza e della economicità.
Il libro tiene conto del nuovo assetto costituzionale introdotto
la legge 3 nel 2001 e delle esigenze di coordinamento delle attività
finanziarie dei soggetti esponenziali equiordinati, che costituiscono la
Repubblica, sottolineando come le nozioni costituzionali
di “contabilità pubblica” e “finanza pubblica” tendono a coincidere e a svilupparsi
in un’area comune.
La contabilità pubblica osserva Santoro “sta indubbiamente
attraversando un intenso travaglio che si traduce nella famosa ricerca di nuovi
strumenti (c.d. finanza creativa) idonei a mantenere i richiesti equilibri, che
spesso si palesano più apparenti che reali e che, oltre a manipolare i dati
contabili, quasi in un artificioso gioco a rimpiattino tra i vari tipi di
contabilità (finanziaria, di cassa ed economica), attingono direttamente al
patrimonio per fare cassa immediata (dismissioni e cartolarizzazione); con
l’ausilio di strutture di supporto all’uopo istituite con lo schermo di società
di scopo a partecipazione pubblica si è posto mano ad operazioni di trasferimento
di proprietà, di dubbia trasparenza e di bassa economicità, assistite da sclassificazioni
automatiche o formalistiche che svuotano le tradizionali nozioni della demanialità
ed indisponibilità dei beni destinati all’uso collettivo o di
interesse pubblico”. “Sono fenomeni che stanno sotto gli occhi di tutti
e che, sottolinea Santoro, al di là delle critiche
politiche leggibili sulla stampa periodica, richiedono approfondimenti e studi
intersettoriali e la messa a punto di una legislazione di sistema che non sia
occasionata da contingenti esigenze di annata”.
Questa citazione, che non sembri estranea alla logica e alla
tecnica di un testo giuridico destinato all’università e agli studiosi, vuole
dimostrare l’approfondimento che il testo riserva a problematiche complesse
come quelle della gestione economica del patrimonio in connessione come le
esigenze di controllo della finanza pubblica in una
logica di stabilità.
Salvatore Sfrecola