S. Margiotta, Manuale di tutela dell’ambiente, Il Sole 24 Ore, Milano 2002, pp. XXI – 664, € 50,00

Tutti abbiamo consapevolezza del fatto che l’attenzione per i problemi dell’ambiente si è andata consolidando negli ultimi decenni assumendo le connotazioni di una tutela che vada al di là della preoccupazione per la salute umana, che ha caratterizzato la prima fase di quella che possiamo chiamare della riscoperta dell’ambiente. In sostanza ci si è accorti, cosa della quale erano o perfettamente consapevoli gli antichi romani che avevano individuato le res communis omnium quali beni che la comunità, che, di fronte all’aumento demografico, e quindi all’urbanizzazione e allo sviluppo delle attività produttive che nel mondo moderno significano industrializzazione ed elevata tecnologia con richiesta di sempre maggiori disponibilità di energia, i beni ambientali non costituiscono una quantità illimitata, ma anzi sono soggetti “ad alterazioni che li rendono inidonei all’uso o addirittura dannosi”, come scrive Margiotta nella prefazione. “D’altronde – prosegue - aumenta la consapevolezza che la minaccia all’integrità dell’ambiente finisce col minacciare proprio per quell’aumento di benessere che tutti perseguono; la difficoltà a soddisfare i crescenti bisogni attingendo a risorse ambientali relativamente scarse e spesso mal tutelate, rischia di innescare crisi sociali, economiche e politiche. Basti pensare alle difficoltà di approvvigionamento idrico ed energetico e ai problemi che sorgono quando le primitive condizioni dell’agricoltura in molti Paesi in via di sviluppo si coniugano all’aumento della pressione demografica e alla progressiva desertificazione dei loro territori”.

E poiché la soluzione dei problemi ambientali potrebbe progressivamente cessare di costituire un ostacolo alle attività economiche e divenire essa stessa un’opportunità, sia economica che politica, e di questo potrebbe costituire un buon esempio l’Italia con il suo mirabile patrimonio naturale che comincia progressivamente ad essere valorizzato anche dal punto di vista turistico mediante l’ampliamento ed una migliore organizzazione dei parchi e delle riserve naturali, gli stati hanno adottato normative in tema di ambiente spesso inserendo principi generali nelle carte costituzionali, come è nella Costituzione italiana che all’art. 9, comma 2, tutela il paesaggio e le bellezze naturali e all’art. 32, comma 1, la salute.

Il volume passa in rassegna analiticamente la normativa ambientale del nostro Paese articolando lo svolgimento della materia in una parte generale e di una parte speciale. Nella prima sono affrontati gli argomenti riferibili all’ambiente nel suo complesso o alla tutela di una pluralità di componenti ambientali, nella seconda si dà conto della disciplina di specifici componenti, come l’aria o l’acqua o di fattori di rischio. È il caso dei rifiuti che costituiscono un grave problema permanentemente l’attenzione degli amministratori degli enti locali.

Con questa sua opera, ricca di riferimenti normativi accuratamente coordinati, Margotta, avvocato, docente nei corsi post universitari presso la LUISS – Divisione management – e nei corsi della formazione di professionisti dirigente d’azienda, consulente di enti di istituzioni fra i quali la Camera dei deputati, offre un contributo rilevante al dibattito tra gli studiosi, offrendo anche agli operatori del settore, amministratori, funzionari magistrati, uno strumento di lavoro di straordinaria utilità, pensato anche per gli studenti universitari e per quanti frequentano i sempre più diffusi corsi di diritto ambientale.

In questo approfondimento rigoroso e completo destinato ad individuare “regole di comportamento” Margiotta ha costantemente richiamato le disposizioni dalle quali esse discendono al fine di favorire il reperimento del dato testuale nella Gazzetta Ufficiale in modo da “aiutare il lettore a distinguere la riproduzione dei testi normativi, dalla loro parafrasi e dalle deduzioni che ne trarrà l’autore”, un metodo di grande correttezza scientifica che intendiamo sottolineare perché purtroppo non consueto pure delle trattazioni a carattere più squisitamente pratico che da questa regola non dovrebbero mai prescindere.

La parte generale si apre con un capitolo dedicato al “concetto giuridico di ambiente in una prospettiva storica”, introduzione necessaria alla successiva trattazione delle fonti del diritto ambientale cui è dedicato il capitolo II, che analizza il sistema delle fonti approfondendo il quadro costituzionale, quello internazionale e comunitario, in particolare i regolamenti e le direttive, soffermandoci sui rapporti tra norme comunitarie norme nazionali, statali regionali provinciali. Sono richiamate altresì le disposizioni provenienti da altre autorità indipendenti.

Di particolare interesse il capitolo 3, intitolato “Principi generali del diritto dell’ambiente “, che si apre con un’analisi della Costituzione che non reca alcuna norma direttamente destinata a tutelare l’ambiente (un tema del quale non vi era “una chiara percezione”, riferisce l’A. citando Mantini, Lezioni di diritto pubblico dell’ambiente) ma, come abbiamo visto, tutela il paesaggio e la salute nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo (art. 2) e delle norme internazionali generalmente riconosciute (art. 10) e riconosce la libertà dell’iniziativa economica privata che deve essere esercitata non in contrasto con l’utilità sociale od a danno della libertà, della sicurezza e della dignità umana (art. 41, comma 2) che hanno consentito di costruire gradualmente una tutela dell’ambiente di una qualche efficacia. Ed in proposito desidero ricordare come Corte dei conti in una sentenza del 1973 ebbe a tutelare l’ambiente del Parco nazionale d’Abruzzo alterato da una lottizzazione abusiva con richiamo proprio all’art. 9 della Costituzione ed affermando che quel diritto alla tutela del paesaggio, così iscritto nella Carta fondamentale quale bene di interesse generale, doveva essere posto in capo allo Stato e per esso che la tutela spettasse al Procuratore generale presso la Corte dei conti.

Il capitolo Quarto tratta degli enti ed organismi internazionali attivi in campo ambientale, una prospettiva di grande interesse che va dall’organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) a quella per l’alimentazione dell’agricoltura (F.A.O.), all’Organizzazione mondiale della sanità (O.M.S.), ed a quella delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). Un ruolo importante lo hanno anche gli organismi internazionali non governativi, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, nonché ovviamente, l’Unione Europea che dispone anche di una Agenzia per l’ambiente che si ricollega alle Agenzie nazionali in un rapporto di rilevante interesse giuridico, che costituisce un significativo passo avanti nella costruzione di un diritto amministrativo europeo.

Il capitolo V s’intitola “Organizzazione, attività amministrativa e situazioni giuridiche private. Aspetti comuni” e si articola in due sezioni, la prima delle quali riguarda la ripartizione tra Stato, regioni ed enti locali delle competenze e delle funzioni materia di ambiente, i compiti dello Stato e del Ministero dell’ambiente la sua organizzazione e gli enti di pertinenza. La seconda sezione tratta le caratteri comuni dell’attività della Pubblica Amministrazione, lo sportello unico delle attività produttive e la conferenza dei servizi, la materia delle autorizzazioni e l’attività conoscitiva e di controllo, le prescrizioni e i rapporti con gli stati stranieri e dell’Unione Europea. Il capitolo VI attiene all’importante materia della valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), il VII i sistemi organizzativi e i marchi di qualità ambientale, mentre il capitolo VIII intitolato “Reazione a danni o pericoli per l’ambiente. Il ripristino ambientale” affronta una materia cruciale, quella delle forme che deve assicurare la tutela dell’ambiente attraverso le sanzioni che l’ordinamento prevede stabilite dall’art. 18 della legge 349 del 1986, sulle quali si è appuntata la critica di quanti ritengono che questo strumento, che rimette all’iniziativa degli enti danneggiati l’esercizio dell’azione di risarcimento del danno, non sia idonea allo scopo. L’esperienza infatti ha rivelato la scarsa efficacia deterrente e ripristinatrice della normativa de qua, tanto che nello schema dei decreti legislativi che sono stati di recente predisposti dal Ministero dell’ambiente in attuazione della delega la materia viene completamente rivisitata con strumenti che dovrebbero essere idonei a perseguire l’obiettivo per il quale è stabilita una responsabilità del danno all’ambiente. Il capitolo IX reca “Strumenti sociali ed economici per favorire sistemi di vita e di produzione compatibili con la tutela dell’ambiente” approfondisce la materia dell’educazione ambientale e dei finanziamenti e incentivi per l’ambiente, il sistema tariffario ed impositivo che dovrebbe assicurare uno sviluppo ordinato dell’ambiente. Il capitolo X affronta il sistema sanzionatorio dettagliatamente esaminato dall’Autore.

La parte seconda del volume, denominata “parte speciale” si articola in 11 capitoli che esaminano la disciplina di dettaglio sulla qualità dell’aria e dell’atmosfera, a difesa del clima, sulla qualità delle acque e sulla gestione delle risorse idriche, sulla limitazione del rumore, sulla difesa dalle radiazioni e l’inquinamento elettromagnetico, la gestione dei rifiuti, la normativa sulle industrie insalubri e le attività con rischi di incidenti di rilievo, gli organismi geneticamente modificati, la tutela della biodiversità della flora e della fauna, le aree naturali protette, la tutela e lo sviluppo dei boschi, la tutela idrogeologica del territorio.

Come si rileva dalla semplice elencazione dei titoli dei capitoli della seconda parte del volume l’Autore ha trattato dettagliatamente tutta la materia ambientale arricchendo l’esposizione di ampi riferimenti dottrinali e giurisprudenziali che contribuiscono a chiarire, precisare, approfondire ogni aspetto della complessa materia alla quale si può accedere non soltanto attraverso l’indice sommario ma un dettagliato indice analitico.

Si tratta dunque di un volume, di un “manuale”, come l’Autore lo ha chiamato, di estremo interesse scientifico e di grande utilità pratica, che ha avuto ed è destinato ad avere un grande successo, anche se l’Autore sarà obbligato di qui a poco ad una nuova edizione per dar conto dei mutamenti nella normativa ambientale che, quando saranno approvati i decreti legislativi predisposti dal ministero dell’ambiente, sarà notevolmente cambiata sia nella parte normativa che nei riferimenti ai parametri dedotti dall’esperienza scientifica maturata negli ultimi anni.

Salvatore Sfrecola